martedì 31 marzo 2009

DON'T YOU DARE PICK UP THE GUN, KID

Il primo -alert: sue warnings- si è presentato, in maniera -devo ammettere- inattesa, proprio ieri. Una specie di finestra di Pop-Up sociale. Tra i commenti al post su Luca Mastrantonio (lo trovate qui sotto), è comparso questo "anonimo":

"attento al titolo del post. che poi ti arriva una denuncia sul serio. informati prima di fare il cane sciolto, chè la rete non è un giardino dove portare a far pisciare i propri umori. in rete ci si lavora. e trovando in giro cose del genere, si fa presto a segnalare".

Beh, alcune parti sono indubbiamente divertenti, tipo "informati prima di fare il cane sciolto" e "attento al titolo del post".

Come se per fare il cane sciolto uno dovesse informarsi più di qualsiasi altra persona "schierata". Ah ah. Ovvio. Vivo in Italia da 25 anni, ma grazie del pleonasmo.

Ho comunque provveduto (per sicurezza) a cambiare il titolo del post da "Un altro figlio di puttana senza l' uccello" a "Un altro figlio di puttana senza il cazzo". In effetti rischiavo di essere frainteso. Questo fatto però mi mette una pulce nell' orecchio per cui, se avessi chiamato il post "Uno squisito arrosto di legumi", non avrei avuto problemi. Ma sapete com'è, alla fine, tanto per prendere un po' le distanze da questo INFERNO di FINTA NAZIONE in cui noi si vive, ecco, ho preferito SCRIVERE QUELLO CHE PENSO.

Per quanto riguarda l' informarsi, avrei capito se avessi scritto un post tipo "Sono convinto che esista un tizio da qualche parte di nome Luca Mastrantonio che è una testa di cazzo". Ma non l' ho scritto. Perché? Oh, ma perché il post l' ho scritto (notate bene) DOPO aver assistito alla presentazione del libro di Mastrantonio, e non (notate bene) PRIMA di sapere anche solo chi cazzo fosse. Per di più, il fatto di aver inserito informazioni, foto e video, credo che in qualche modo dia qualche significativo indizio sul fatto che io abbia effettivamente compiuto delle ricerche (anche se non incredibilmente approfondite e non palesemente false, non sono Renato Farina) sulla persona in questione.

"Si fa presto a segnalare"? Riflettiamo sulle parole. Che significa "si fa presto"? E' ovvio che si fa presto. Copia-incolla-inserisci in mail-inserisci indirizzo-spedisci. Prestissimo. Il problema è:

Perché? Cioè, perché alcuno dovrebbe segnalare quel post? Perché gli piacciono le guerre legali? Oh, meraviglioso. In effetti, cosa c'è di meglio che mettere contro uno studente spiantato con il responsabile della cultura (eh, eh, "cultura") de "Il Riformista"?

E nel caso, un altro interrogativo mi tortura la testa:

Cosa me ne dovrebbe fregare? Me ne frega, in effetti, meno delle attività mattutine di un broker guardone di Cincinnati. E forse ancora meno. Segnala pure, l' importante è che risulti abbastanza chiaro che se Luca Mastrantonio (che palle ripetere sempre 'sto nome) vuole insultarmi di rimando, o spiegarsi, o intervenire pubblicamente, o sconfessarmi, o farmi una sega, può fare tutte queste cose (anche contemporaneamente). E' che proprio non vedo perché dovrebbe denunciarmi. Io non lo farei. Lui vuole scrivere sul riformista che c'è questo blogger che è un coglione pazzo delatore ignorante folle rincoglionito abulico presuntuoso? Che lo faccia, no? Se poi volesse scrivere anche qualcosa su di me, lo faccia comunque.

(Ricordo ai cerebralmente meno abbienti che questo è un blog principalmente di SATIRA, UMORISMO e SCRITTURA/E).

Non ho tutte le risposte, ma posso tranquillamente asserire di aver scritto una mia -peraltro simpaticissima- opinione di essere umano sulla funzione pubblica e culturale di un altro essere umano, non sull' essere umano in sé rispondente al nome Luca Mastrantonio, con il quale non ci siamo presentati e grazie a questo dato empirico la mia mano ha ancora una sua dignità.

Non ho scritto: "Luca Mastrantonio strozza cuccioli di scimmie in via d' estinzione mentre si masturba sul video in webcam della madre che si fa il bidet usando urina di ratto".
Mi direte: "ora però l' hai scritto". Si, è vero, ma non lo volevo scrivere, non lo penso. Voi mi direte: l' hai scritto, quindi l' hai pensato.
Siete degli inguaribili precisini. Grazie dello zelo.

Anche se voglio evitare in maniera assoluta il Guzzantismo, mi preme ricordare che l' art. 21 dovrebbe (in teoria) concedermi il diritto di opinione, dove per opinione immagino si intenda qualcosa che puoi anche dire in pubblico, visto che se si intendesse che la "cosa" si può solo pensare, non sarebbe 'sto popò di diritto (ne converrete). Nel mio post non c'è nessuna calunnia. Non ho scritto:

"Luca Mastrantonio ha scritto un libro che riduce la circonferenza del glande dei minorenni e pare che, negromanticamente, infibuli clitoridi di ignare lettrici di ogni età con la sola forza degli understatement ivi contenuti" citando falsi dati scientifici.
Voi mi direte: "ora l' hai scritto". Birichini; siete così puntuali che mi sembrate il mio cervello. Non ho citato nessun dato scientifico, però (Yale University Medical Journal, Yale University press, Xi-XII, 2009, pag. 236-238 e ibid. pag. 241-242). Eh.

Non ce l' ho con Luca Mastrantonio in quanto Luca Mastrantonio (ripeto). Non voglio picchiarlo o minacciargli la famiglia. Se fosse un salumiere, non avrei particolare rimostranze da fargli a meno che non mi tagliasse un prosciutto cotto marcio e per di più con uno spessore da carta velina mentre mi tratta come un ignorante che ha bisogno di aiuto per le riflessioni futili inerenti i salumi (che è più o meno una metafora della sua prosa, se non si fosse capito). Solo che non è un salumiere, è uno che si guadagna da vivere coi soldi che gli PAGHIAMO NOI.

E poi, quelli del Riformista non erano "liberisti"? E che, solo sul mercato? Troppo comodo, Dalemini.

INTERVALLO (Musica: "I Just can't get enough" dei Depeche Mode)
"Buongiorno, sono la voce del buon senso, con voi, anche se sporadicamente, fino a qualche decennio fa! Vi parlo da un Bunker costruito sotto un ghiacciaio non lontano da Helsinki. Volevo ricordarvi che questo blog e' GRATUITO e i contribuenti italiani o stranieri NON PAGANO per finanziarlo, mentre QUESTO GIORNALE, in cui scrive e guadagna Luca Mastrantonio, viene così descritto nel NON DENUNCIATO blog www.gennarocarotenuto.it:

"il Riformista è un caso particolarmente repellente proprio per quelle 2.000 copie che vende. Duemila copie sono veramente un’inezia (la newsletter di questo sito ha più abbonati) per giustificare i 2.2 milioni (4 miliardi e mezzo di lire) di finanziamento pubblico, pari a 1.100 (MILLECENTO) EURO per ogni lettore, e pari a quasi 4 (QUATTRO) EURO per ogni singola copia venduta. Avete capito bene, quando vedete in giro (ma quando mai?) qualcuno con una copia de Il Riformista in mano, sappiate che, oltre all’Euro che il tipo ha pagato al giornalaio, altri QUATTRO Euro li paghiamo con le nostre tasse direttamente a Il Riformista (Riformista dde che?). Tra l’altro lavorando al Riformista una quindicina di persone e considerando che i costi vivi siano coperti in edicola, verrebbe la bella media di 150.000 €uro procapite. In media quindi. E quanto guadagna il simpatico (sic) direttore "né destra né sinistra"? Perchè il direttore di un giornalucolo di poche pagine e che nessuno compra deve guadagnare decine di migliaia di Euro al mese? Una cosa è la libertà di stampa e una cosa è far mangiare pane a tradimento ad Antonio Polito e compagnia facendo perfino credere che abbiano qualcosa di indispensabile da dire".

Capisco di rischiare la denuncia. Dovranno prendere i soldi da qualche parte quando i pubblicitari e lo stato se la fileranno.

Poi vi dirò un' ultima cosa, pargoli. Pur piacendomi questo finto anonimato pseudo-carbonaro (il mio nome e la mia licenza Creative Commons sono in basso a destra), non disdegnerei una bella denuncia. In Italia diventano tutti ricchi così (strano, no?). Guardate Travaglio. Ma ora basta, parlare di meritocrazia.
Ma certo non vorrei essere denunciato da Luca Mastrantonio. Che me ne faccio di una denuncia da Luca Mastrantonio? Chi cazzo lo conosce (altro pleonasmo)?
Io ne voglio una da Obama, se no niente, mi si lasci in pace.

Se non siete neri e presidenti di una superpotenza, tralasciate il denunciarmi a qualsiasi titolo, per favore, che ho da fare.

Dimenticavo: "chè la rete non è un giardino dove portare a far pisciare i propri umori".

?

Davvero?

E io che mi credevo che la rete fosse un luogo pubblico internazionale famoso per essere l' unico baluardo dell' espressione libera e trasversale a livello planetario, con tutti benefici, le mediocrità e le mostruosità che questo comporta.
Dovrò tornare alla precedente idea di rete, quella per cui essa è più o meno come l' Espresso, ma le tette sono più grandi.

"Non è un giardino per portare a far pisciare i propri umori".

Mi scusi, agente, non avevo visto il cartello.

giovedì 26 marzo 2009

UN ALTRO FIGLIO DI PUTTANA SENZA IL CAZZO (Another cockless motherfucker)

(In questo post mi dilungherò, abbiate pazienza).
La tristezza è un bene prezioso. Ad esempio, recitano Elio e le Storie Tese, Gino Paoli ci ha costruito su un impero, un impero conosciuto come impero di Gino Paoli. Ma evidentemente uno che si spara nel cervello e sopravvive, poi gli viene il sospetto che debba vivere a tutti i costi e non si spara più. Ma non è qui che vi volevo portare. Vi volevo portare in basso, nella melma della viltà quotidiana che ha lo spessore dell' aria, e lo voglio fare in maniera prosastica e rigorosamente violenta (mi perdonerete un' altra volta).

Oggi, 26 marzo 2009, sono andato a frquentare una lezione (e già questo è di per se incredibile) di "Giornalismo culturale", una cattedra occupata da Carlo Serafini, giornalista del Messaggero, autore per Rai Educational e ricercatore presso diverse università. Questo dimesso quarantenne, insieme a Mirella Serri (docente e collaboratrice di l’Espresso, La Stampa, Ttl, Specchio e al Corriere della Sera-Magazine, oltre che saltuaria ospite di Marzullo), ha organizzato un incontro con un coso di nome Luca Mastrantonio, ex-studente di Lettere sotto Walter Pedullà e oggi responsabile della sezione Arte e Cultura de "Il Riformista" (sic). Si, proprio Il Riformista, quel disgustoso fogliaccio softdemocristiano reazionario ideato da Claudio Velardi e diretto da quel falso Richelieu di Antonio Polito.
Costui, (aspetta un attimo, ecco):


Da sinistra a destra: Un ciccione, Luca Mastrantonio, Uno Col Microfono

Anche la giacca è una giacca riformista.
Gli intellettuali di questa classe hanno un solo sarto. Bisognerà trovarlo e bruciargli la bottega.
Ma al di là delle notazioni estetiche, questo tizio è venuto a presentare il suo libro "Irrazionalpopolare", una specie di pamphlet al lampone che parla con un disprezzo snobista della cultura contemporanea italiana, passando per Bocelli, Benigni, Stella, Rizzo, Gomorra e migliaia di altri "item" culturali, tentando di evidenziare come la nostra "cultura" necessiti una critica.

Cosa?

La nostra cultura necessita di una critica? E il tuo libro ci fa intuire, ritenere che probabilmente è il caso di disporre di una critica?
Questo paffuto ragazzone ha introdotto il discorso dicendo che "se non vogliamo fare tabula rasa", dobbiamo renderci conto che un tipo di sistema come questo c'è.

Mi dispiace che non foste presenti, sareste riusciti a vedere sino a che livello riesce ad aprirsi la mia mandibola.

(Tra l' altro, chi cazzo te l' ha detto che non vogliamo fare tabula rasa, frocetto? Io la voglio fare eccome, e che ne dici se in caso di rivolte alla "francia old school" comincio proprio da TE?)

Ma qui viene la parte bella -no, triste, tristissima. Io non ho letto il libro, ma l' incontro-dibattito è stata la cosa più stupida, noiosa, cerchiobottista, nullificatrice, incazzogena che abbia visto negli ultimi mesi.
Solo un "intellettuale" del "riformista", ero sicuro, sarebbe riuscito a farmi girare i coglioni quanto questo compiaciuto, saccente, ecco-che-ti-alzo-il-sopracciglio figlio di puttana. Ad esempio queste sono le sue idee sulla polemica recente riguardante Baricco ("Baricco alla Rai? E Perché no?" Perché NO, stronzo ricchione leccaculo; e poi: "La scuola Holden è la nuova Luiss"; ma vai succhiare le vecchie), e questa è la sua competenza sull' Arte.
Un libro che riporta agli innocenti occhi dell' intellettuale medio (figura picaresca in passato, insigne professionista oggi) il fatto che una critica non esite: esiste un appiattimento incondizionato che si autocompiace, che si nutre della sua nonbelligeranza, che si schiera con i riservisti, che si dimette rimanendo seduto, che si sceglie l' Aventino meno ventoso, che si contorce in disapprovazione con il sorriso sulle labbra, che si smaschera con la sua maschera.
Un libro che, visti i toni e le dissertazioni dell' autore, reifica e annebbia ogni possibile dibattito, racchiudendo lo spirito critico in un semi-sconcertato mini-sgomento da intellettuale postgramsciano che vede pisciare una martora in un parcheggio.
Questa è gente da cacciare dalla vostra città, se ci abita. Gente che ti fa digrignare lo stomaco, che con la propria mancanza di nerbo, di coglioni, di indignazione, di dignità, di orgoglio, precipita tutti nella beata bolla di quelli che benpensano contro quelli che malpensano, e nessuno -e dico, porco cristo, nessun cazzo di nessuno- che si interessi empaticamente a CHE COSA si pensa e COME. Gente che parlando male di qualcuno lo riabilita, gli dà un senso, lo storicizza, e lo fa consapevolmente.

Ovviamente:
Neanche una parola sul fatto che il proprietario del Riformista è quel mafioso di Angelucci, il Re delle Cliniche del Lazio, e che tutta l' area di parenti e amici è coinvolta in Unipol e affini. Ma fosse solo questo. Questa gente ti blandisce, ti fa vedere "tutti e due i lati" (che tenero) di un problema (grazie, tesoro), ti parla delle nuvole mentre i suoi stessi capi gli scopano la madre nel bagno.

Questo è quello che ci viene fornito pagando le tasse dell' università. Pagando le tasse normali si pagano i finanziamenti pubblici al riformista, e pagando l' università ti trovi QUESTA GENTE che viene a fare LEZIONE a TE, che non avresti non dico bisogno, ma neanche vorresti intravvedere UNA SOLA PAROLA DI QUEL LIBRO, perché ti basterebbe e avanzerebbe un Walter Benjamin, ma TU devi COMPRARE questo LIBRO per l' ESAME.
Questi sono i PEGGIORI, non Cicchitto.

Ma guardatelo, vi prego:


Questa faccia di merda. Queste facce di merda, che sono ovunque. Con quelle sciarpette di merda. Spero che a qualcuno di noi resti abbastanza saliva, perdio.

Sentite, oggi non ho voglia, sono amereggiato.
Solo un' ultima cosa:
Se non vi siete ancora iscritti all' università, non fatelo, e andatevene nella cazzo di Svezia a fare Biologia.

lunedì 23 marzo 2009

Romanticismi Futuri

Come accennavo in un commento postato di recente, l' area erotico-sessuale di questi tempi vive grandi cambiamenti. La disputa che vede quella terribile pellicola di lattice tuberoide (il preservativo) contro Nostra Madre Chiesa non si rivela un indice utile per il futuro. Come a dire:

-la Chiesa ha detto una cosa.
-Un' altra?
-Dice che non ci dobbiamo mettere il preservativo.
-Scusa, non sto ascoltando. E' più forte di me. Quindi, poi Mourinho che ha detto?
-Ah sì, ecco, gli ha detto: "Voi giorn

Ecco. La verità che a nessuno, NESSUNO frega un integerrimo cazzo di quello che dice La Chiesa. Nemmeno quelli che poi lo fanno. Hanno solo paura della Chiesa (cosa ti potrà mai fare, poi, un cardinale? Male che vada, ti si scopa).

Ma la crociata è già persa. Oggi, intorno a voi -negli appartamenti vicini, nei bagni tendinati, nelle camere ad angolo dalle luci ovattate, nei fienili più tiepidi, nei sottoscala più lugubri- sedicenni, quindicenni, tredicenni, diciassetteni eccetera si scopano, si succhiano, si strusciano, si smazzano, si leccano, si annusano -Anzi! Oggi fanno perfino di più, grazie al web, alla cultura, alla civilizzazione!- si ostendono, si conflettono, si milfizzano, si cuckoldano, si pettano, si sixtynàinano, si swallouano, si fistano, si rimmano, si gangbangano, si bukkakizzano, si snuffano, si footjobbano, si titfuckano, si deepanalizzano, si shittano, si pìssano e E A VOLTE SENZA PRESERVATIVO! Tra queste attività, ben poche risultano ufficialmente gradite alla Chiesa; un fatto curioso, visto che -in un modo o nell' altro- alcune sembra le abbia create lei (il rimming ha un' origine palesemente monastica).

In un momento storico di involgarimento bestializzante, abulico e amorfo dell' atto sessuale come quello in cui viviamo ("Compra un rimorchio da 13 cavalli! Guarda le mie tette! Rateizza! Un giorno forse te lo farò accomodare nella mia superpagata e chirurgicamente ottimizzata fregna, farò finta di avere un orgasmo e ti dirò "cum on my face, oh, yeah, I want that cum on my face"), non ci farà male guardare al passato, e poi al futuro, per rendersi conto di come i costumi sessuali ed erotici si modificheranno alla fine della Grande Depressione a Venire (both meanings) che tutti ci attende. Forse avremmo metodi contraccettivi all' avanguardia, forse antichissimi. Chi può saperlo?

Lui: Mi arrapi come un tranvone mangiato dai retrovirus. Vorrei appiccarti fuoco alla spelanza pubica, mischiarti il mestruo con un frullino e infilarci il mio tubo idraulico in cerca di una cantina da lavare.
Lei: Amore. Non gridare, mannaggia il tuo cervello ad acqua. Ti si vede l' operazione. Poi inizi a versare liquido dall' orecchio. E poi, non mi ecciti così. Fa così retrò.
Lui: Zitta,Ora te lo propongo nella sorca.
Lei: Mi sono messa con un pariolino. Pensavo fossi un uomo vero, con il pelo sui coglioni. Stiamo insieme da tre settimane e non ti sei fatto nessuna delle mie amiche. Checca.
Lui: Ah, sì? Ti farò squizzare la mia pappa nella pancia. Ti infilo il pugno nel culo e spingo finché non entra anche la spalla, poi da dentro ti strappo la lingua e la uso per leccarmi il cazzo.
Lei: Porcoddio, mi sembri un femminista.
Lui: Che ci posso fare se mi esprimo così? Ho fatto buone scuole. Ora forniscimi la tua deprecabile gnocca marcia.
Lei: Hai le feci secche di coccodrillo?
Lui: Certo.
Lei: Ma chi erano le negredimmerda che si sono inventati questa stronzata?
Lui: Le gizie. Ci facevano un impaccone e lo stipavano dentro alla cozza pelosa.
Lei: Allora spingimele nella fogna calda, prima di adagiarci il tuo rorido stronzo rosa, perdente figlio della peggiore delle regalatrici di gnocca gravida della galassia. Non voglio avere un figlio che abbia la faccia dello sterco antico in primavera.
Lui: Tò, mignotta. Ora sei piena di merda secca di coccodrillo e non potrai sfornare uno di quei gnomi urlanti.
Lei: Perfetto. Ora sventrami e sbrigati, che poi c' è la ruota della fortuna.

sabato 21 marzo 2009

OMEOPATIA

Dall' ANSA del 22/03/2009:

"Il Papa in Africa: guerra a stregoneria e superstizioni".

Poco importa. Sono guerre intestine.

ROMA UBER ALLES


Adesso si capisce meglio?

martedì 17 marzo 2009

SPARABOLA (Il primo post del mondo scritto in Disperanto)

Siedetevi una qualche, che vi snocciolo un storiello.

G.F. Crociati era una bravomo che vivaceva in un posto un po' qualsiasi, ma diciamo a Firenze. Timorato di Dio, ma laico. Timorato della guerra, ma non belligerante. Timorato del sesso, ma morigerato. Morigerato nel timore, ma sesso. Timorato della morte, ma vivo.
All' età di tot anni, in giovanilenza, sconquassò l' università a colpi di esami di medicina, laureandosi. Un giorno, tornando col suo economico trabiccolo alla sua magione, un ecumenico cubicolo scrostone -contenente un collerico coinquilinolo tappone e un ascetico canicolo marrone- Un giorno, in rotta di ritornanza -perlappunto-, si imbatté in un lunatico odoricolo barbone, che alla facciona sembrava un bravo personcino, ma si vede che era triste che gli era andata male la roba dopo la nascienza.
Il barbone stava su di un marciapiedo, e scagliava sassi e pietre contro un Cristo di legno affisso ad una vecchia edicola (cuesta, non cuesta) . G.F. Crociati si avvicinò a lui per capire meglio cosa succedesse.

-"Cosa ci succede inquà?"- chiese al barbone, aprendo le mani a ventaglio e intorcendo i piedi verso l' interno.

-"Ci tiro i ppietr a Gesù Iccristo"- disse il barbone.

-"Ma quello è Gesù Cristo! Il nostro signùr!"

-"Io ci tiro i ppietr, aggesùccristo".

-"E perché ci tiri ippietr?"

-"Melamenalaranda che d'è il signùr, stucazz di gecuccristo, così ordunque ebbene io CI TIRIPPIETR, AGGESUCCRIST".

-"Non sta mica un fatto compìto, di tirarcippiètr a gessuccristo, mica".

-"E io ci tiro ippietr, a chest crisct, ci tir ippietr mannaggiallùi".

E allordunque, mentre che il barbone ci tirava ippietr a Gesù Cristo, G.F. Crociati -che era un personcino che la morale non gliela andavi a sussurrare che lui ce l' aveva bella dura- prese un cric da qualche parte e ci sgranò il cranio del barbone, che a nessuno gliene fotteva un beneamato cazzo del barbone, e si capisce un pochino pure il percome.

G.F. Crociati si scordò il fatto e proseguì la sua vita in una maniera di molto garbata, che gli portò carriera, moglieffiglio (bella ratta e fantolino intelliggenterrimo), tessera dell' UDC e mediaset premium.
Poi un giorno G.F. Crociati che fa, non ti va mica a investire tutto in una società che fabbrica i mineantiuomini? Ennò? Lo fa, ello, lo fa.
E poi ci scoprono una furteria che è un continuum, la chiudono, la serrano, la denunziano infin per vil denaro ed essa scomparisce foreva end eva (end eva).

Così G.F. Crociati che ci deve ripagare un sacco di cose infutili che manco gli garbavano, eppurdunque si ritrova senza na strizza n tasca, senza monete, poliete, anete; insomma, gnento chègnento.
E allora la consorzia lo springa, e salta su altro pescione che fa anche di mesctiere il collega di travaglio dell' antemarito. Chiere ed obtine divorzio, e si porta via anche il progenio -che tragedia sul proscenio, amici.
C'è che anche l' UDC poi lo scaccia come mosca che gli fa schifo che il reputazione del partito non si può mica stare ad avvilirsi su un mercante di morto. E allore G.F. Crociati?

Restituisce la tessera di Mediaset Premium, certo, -e che, sennò.

Solo, male in arnese, non gli tira l' arnese, niente per far spese, pensa di cessarsi poeticamente dentro l' arno sozzo (un sudicio suicidio arnese), ma poi la vigliaccanza lo sopravvive e gli dona dell' incazzo. G.F. Crociati ci ha innumerevolmente tanta incazzatura, che forse pure ottanta incazzatura.

Torna alla sua vecchia casa, in cerca di un po' di pietanza, ma si accontenteva anco di meno, un po' di pietà.
Invece il canicolo gli zampa incontro e gli feca sui mohicassini, e il coinquinicolo ci dà una testata (che è tappo alquanto) contingente alla paccottiglia e alla pisellanza.
G.F. Crociati sguaia di dolore, e il cancello gli si serra in fronte alla fronte. Male accompagnato che si preferireva solo, ora è solo che si preferireva mal accompagnato, e vieppiù gli scatta la moscona, perde di senno e col manone ci agguanta un pietro.

Se oggi andate in quella stradina, seguite il guaito di un canicolo, ci troverete un barbone. Se gli dite che ci sta a facendo, lui certo vi risponderà:

-"Ci tiro ippietr a Gesùccristo".

E la morale è: che spero che se sii una testona di cazzo, spero che ci finisci scemo come me, a tirarci ippietr a Gesùccristo. Che te lo meriti, caccadimmerda.

sabato 14 marzo 2009

MI SBAGLIAVO. DIO C'E'.

Immagino vorrete la prova.

Restringere le vagine e altri strumenti di coesistenza pacifica - Ovvero: nuovi e vecchi terrori della razza umana

Non pretendo di essere davvero pedagogico. Le mie inclinazioni a utilizzare essere inferiori per delle guerre fratricide (formiche, criceti, popolazioni in giochi di ruolo alla Civilization, asili nido) che mi divertano mentre mi masturbo su uno schermo parallelo deriva da un' atavica paura della razza umana. Volete darmi torto? Queste sono le curiosità della settimana secondo l' ANSA (di cui s' è già parlato su queste empie pagine riguardo la pubblicità del ViMax e di altri utilissimi prodotti per l' ingrandimento del pene).

"Orlando: i delfini del parco SeaWord giocano a fare bolle d'aria. Maya, eccezionale ritrovamento in Guatemala. Pensionata protesta per crac Lehman e vende feci in scatola, "Mi sono rimaste solo queste". Raccolta differenziata, cagnolina testimonial d'eccezione".

A colpo sicuro. Copi e incolli le curiosità della settimana, ed ecco con cadenza settenaria, almeno 4 motivi per avere un terrore fottuto della razza umana. O per riderne, se non siete in paranoia in quel lasso di tempo in cui le leggete.
Quasi preferivo le pubblicità del ViMax. Tra l' altro, non capisco perché questa attenzione monopolistica al fallo. Non siamo più democratici? (ah ah, certo che no. Lo siamo mai stati?) Nessuno che si spinga a proporre la soluzione più facile, più economica, più saggia: prodotti che restringano le vagine. Tanto quale cazzo di controidicazione c'è? Il parto? Con il 65% di parti cesarei? Nah. E poi ci sono sempre tante sostanze utilizzabili per dilatare uteri e vagine (per esempio, le dita di Ben Harper o la canottiera sudata di Brad Pitt).
Se restringessimo le vagine, nessun pene si sentirebbe a disagio e i normodotati e sottodotati sarebbero di nuovo entusiasti, liberi finalmente da quella gravosa sensazione di star pucciando una bic in una marmitta di fonduta.

Con questa divagazione non voglio togliere nulla all' iniziativa della pensionata americana, che prende 9 in eccentricità, 7.5 in originalità (dall' aldilà arriva un plauso di Marcel Duchamp e Tristan Tzara) e 10 in compentenze in teconlogie verdi (non proprio verdi, in effetti).

Per di più, nessuno che ti spieghi perché i delfini -che sono più intelligenti di noi perché tra loro parlano un sacco e a noi ci prendono per il culo facendo finta di no e strillando sempre yyyyyyyyyyyyyyy!!!!- non possano fare quel cazzo che gli pare senza che una pletora di scimmie sottosviluppate si metta a fissarli con l' espressione ebete di un setter a cui hanno mostrato uno schema vettoriale.

Tralescerei l' ultima curiosità della settimana perché ho finito gli addominali.

Per essere precisi, vorrei ribadire che la mia paura dell' essere umano non si basa su una mia reale alterità da esso, ma dal suo contrario, ossia la mia somiglianza ad esso (di cui rimando alla prima riga). Quello che -mi sembra- ci ostiniamo a dimenticare è che è tutto finto. L' economia è finta, le nostre case sono finte, la nostra percezione degli altri è finta, le nostre residue certezze sono finte, il vostro maglioncino in cashmir è sicuramente finto, così lo è la collana di vostra madre, la vostra laurea, e last but not least, è finto il mio e il vostro "amore".

Cioè, non è che non corrisponda a niente di "reale", ma la maggior parte di esso è una proiezione che ci rovina parte della vita. L' "amore" si attacca alla necessità. Quando la necessità si attacca alla grettezza (siamo in questa fase da circa 4000 anni) e alla conservazioni di istanze sociali e parentali, giungiamo al punto che Amanda Knox che ama Raffaele Sollecito ma poi non lo ama più perché fanno insieme omicidi dal rituale rosacrociano e poi si accusano a vicenda e la figlia di Wanna Marchi sono convinto davvero che voglia bene a quel roito della madre e anche probabilmente Eric Harris e Dylan Klebold a qualcuno ci avranno pur voluto del bene, ecco che questa puttanata dell' amore ci fotte.
Benigni non ci ha fatto caso, guarda un po', ma ci fotte. Anche Benigni stesso ci fotte, ma non me ne avrò a male, sono abituato da 25 anni a gente più ricca di me che prova a fottermi.

No, sul serio. Sinché l' umanità non avrà messo da parte il concetto di amore come contrario dell' odio, in questa malata e morbosa chiave dualistica cristiana, io continuerò a cacarmi sotto.

Perché -guarda un po'!- secondo questa concezione l' AMORE ha dei NEMICI.
Qui stiamo tirandoci scemi anche da soli.

Si potrebbe provare, almeno per un po' -proprio così, in prova, appunto- con la compassione? La sopportazione? E' chiaro che la gente si sfiducia se devi amare il prossimo tuo come te stesso. Ma quando mai? Cioè, io dovrei amare come me stesso il mago Otelma? Mike Bongiorno? Quello che scarica il pesce? L' amministratore di condominio?
Ma se sogno sempre di ammassarli in una fossa comune e farli ammazzare dalle tartarughe Ninja.
E andiamo.

Saremmo davvero più coraggiosi, credo, se ci facessimo bastare la pietà. Quella forma di Amore che non implica il possesso, ma la sensazione di comunione con l' esistente.

Sembro nato a Recanati, ve'?
Ma non è mica stato lui l' unico bardo a beccarci, ben prima della disillusione novecentesca.

"Life is a tale told by an idiot, full of sound and fury, signifying nothing"

E questo è del millessei! Ormai un po' tutti sanno che l' "amore" è un sistema complesso e non un' istanza. Ma si fa finta che corrisponda a quel sentimento di sbornia momentanea (un secondo oppure quarant' anni, ma sempre momentanea) che si vorrebbe prolungare all' infinito. Ed ecco che da qualcosa di complesso e inarrivabile, fatto di chimica, memoria, biologia, paura e insieme disprezzo della morte, impulsi vitali e pulsioni evolutive, si arriva ai messaggi dell Tim. "Scopri il tuo amore. Manda un SMS al 4576". Il servizio che avrei ideato io sarebbe stato più divertente:

"Scopri quando morirai: manda un messaggio al 666. La tua anima gemella ha l' aids? Chiedi al nostro esperto su www.tim.it"
Oh, oh. Il piacere eterno. L' amore che muove il sole e le altre stelle. Si, l' energia volete dire? In questo caso, la pertinenza dell' immaginario collegato all' amore si riduce a una minuscola metonimia (scritta probabilmente da Willy Pasini).

Ovviamente, anche i tossici vorrebbero che la loro pera durasse tre secoli. E poi ci sono io, che vorrei che un mio orgasmo durasse una settimanella, mentre vorrei che quello di Maurizio Costanzo lo uccidesse. E invece no. Cinque secondi di orgasmo e Maurizio Costanzo in buona salute. You can't always get you want.

"Ama e fa ciò che vuoi".

E già che ci sei ascendi al cielo, cretino.

giovedì 12 marzo 2009

DOPO IL GRANDE SUCCESSO DI SANREMO


Mai visto quell’ aborto di Fabrizio Del noce così contento dal giorno in cui ha scoperto che lo sperma si poteva anche sputare nel lavandino.

giovedì 5 marzo 2009

DELL' ABUSARE DELLA VECCHIETTA NEL BAGNO DEL TRENO INFILANDOLE POI LA PENSIONE NEL CULO

L' italia ha i capelli lunghi, ma non li pettina: ci si pulisce il culo.

Apoftegma n°1

Alessandro Baricco è una creatura empia e tronfia, che smanetta il glande della cultura con un guanto di lattice e dieci primari di medicina interna che sorvegliano le operazioni.
Se il Dio degli Eserciti avesse una struttura a quadri, egli, l' uomo-scrittore, sarebbe lì a correggere la grammatica del piano d' attacco. Un posto nella Piramide, una dolce Semiramide, dategli quello che vuole ed egli stapperà la penna.

Come si possa dire una cosa come "leviamo i soldi al teatro per darli alla scuola e alla TELEVISIONE" rimane a tutt' oggi una dei punti ciechi della teoria della compensazione degli emisferi del cervello. Desidero che venga abbattuto. Se non fisicamente, metafisicamente. Che cada con la sua Babele di Holden. e con lui cadano gli scudieri della parola bella, del vuoto arabescato, della morte in gala.

Glossa: Il teatro in Italia fa schifo, ma più schifo dello schifo. Pensate quanto è vigliacca la richiesta del grande scrittore, se è deprecabile in sommo grado nonostante il suddetto DATO DI FATTO.


Apoftegma n° 2

Oh, necrofilo. Tu che apprezzi le profondità ghiacce del corpo esamine, tu che trovi erotico idratare e irrorare il cadavere che si dissecca dissimulando il gesto dell' amore come lo avrebbe dissimulato Lilith, il demone dei sensi, -tu- dovresti impacchettare le tue cose terrene ed incamminarti verso le Terre di Affanculo, teco recando un rosario di supposte al chinino.

Non mi ricordo QUALE "filosofo" televisivo ha espresso la seguente idea: che quando i ragazzi di AMICI si esprimono in maniera "dialettale" (dove per "dialettale" si intende: una lingua barbara imparata nelle sale giochi di Sodoma, una lingua -questa sì- morta, priva di correttezza, efficacia, grazia, vivacità e bellezza) i cosidetti "intellettuali presuntuosi" si rabbuiano MA QUANDO LO FACEVA PASOLINI ANDAVA BENE.

E' così stufo questo mio vecchio cuore, così stufo. Finiamola. Esumiamo Pier Paolo Pasolini, bruciamo i suoi scritti e i documenti delle sue apparizioni pubbliche, rimuoviamo la memoria di lui e lasciamone il corpo. Lo divideremo in parti uguali. La testa, il cranio, l' elmo andranno ai sacerdoti delle Crusche, ai redenti del PCI e all' intellighentzia che ancor si prodiga nella di lui esegesi. Il torso, contenente una volta cuore e fegato, vada in parlamento sul busto più basso e umile. Che la sua puzza ispiri i nostri generali. Gambe e braccia vadano nello Stato Bianco, dove il Pontefice accoglierà le spoglie e celebrerà il ritorno all' ovile della pecorella confusa. Gli organi sessuali vadano in campidoglio, a sempiterna memoria di cosa succede quando si gioca troppo col cazzo. L' anima, ammesso che esista, se la prenda la RAI. Tanto l' ha già fatto, schierandola in forma di simulacro -pescato dall' archivio- in ogni occasione in cui la CAUSA esigeva una voce più potente di quelle vive.

Sapete che vi dirò? Dal libro primo dello Zohar, un versetto che appare e scompare. "Dio rise". E vi guardò strisciare fuori dall' Egitto, prima di partorire un nano isterico coi baffetti che vi levasse da qui. Mal ne incolse a una popolazione nomade. Bene ne incoglierà quando il turno sarà il vostro.

Bruciate, streghe.

domenica 1 marzo 2009

MARCIAPIEDI DI GLORIA

E'qualche giorno che lascio i miei fans a bocca asciutta. Come sapere se anche voi siete miei fan? Se avete in qualche momento del giorno la bocca asciutta, lo siete. Superfluo portare ad esempio il fatto che Mara Carfagna non è una mia fan.

E' bello iniziare un post dando della troia a qualcuno, ma sono qui per un Mondo Movie, non per queste frivolezze. E oggi non ho intenzione di deliziarvi con dell' umorismo. Per cui, se volete ridere, accendete su Rai2 che c'è il TG.

Switch al tempo presente, ma il giorno è l' altro ieri, la città è Roma, il quartiere Cinecittà/Subaugusta, il Municipio è il X, il mio numero di scarpe 43.

Ho appena lasciato la mia bella alla stazione della metro, di modo che potesse tornare a lavoro dopo la pausa pranzo.

Fatta la battuta sul lavoro della mia ragazza? Contenti? Ok. Ora vi scriverò semplice, piatto e banale il quanto mi disonora. Questa storiellina è così, e si merita questa forma.

Cammino lungo la Via del Cinema, ossia quel pezzo di via Tuscolana che è stata decorata à là Walk of Fame hollywoodiana, realizzata incastonando stelle con nomi celebri della storia cinema e dello spettacolo italiano sui marciapiedi intorno a Cinecittà e guarnendo il tutto con panchine e cartelli biografici. La riuscita è ovviamente ridicola, minimale, decadente e triste come un ridoppiaggio di un film Petri a cura di Pino Insegno.

Cammino assorto, contemplando lingue di sole che lambiscono i moloch abitativi di quest' arteria grigia dove sono cresciuto -in quel del Quadraro/Porta furba-; cinque anni d' infanzia tra cose più grandi me. Pondero di visitare casa di mia nonna e, pizzicato dal cinema, penso alla storia e ai cavilli dell' esistere che mi hanno portato a scomparire nella calca degli inadeguati, e a quella ridicola e supponente aria da principe usurpato che mi porto addosso come un bastone d' epoca dalla kitchissima testa d' avorio. Collego tutto come in sede di montaggio, mi dò da fare ad ordinare il peso ed il valore di ciò che immagino, con mestiere ma senza poi tanta alterigia. O per lo meno, così sento di fare. Medito un riscatto, raccolgo un biglietto usato, ordino un caffé in un bar che è un prefabbricato in lamiera all' altezza di Subaugusta. Mi intrattengo a leggere i nomi del nostro Marciapiede della Gloria, nomi che si fanno tenui e contrastati, segno che, semplicemente, la luce slitta verso il tramonto. C' è un piccolo sfacelo intorno a me. La sciatteria non porta dolori grandi, ma puntiformi e inaspettate fitte di aghi nelle giunture, che scambiamo spesso per malesseri meteoropatici.

La mattonella su cui dorme Paolo Stoppa è rotta, una delle lettere è stata impressa ma non sigillata;
Tina Pica è stata sfigurata da un coltello a scatto,
Anna Magnani torturata da un Writer,
Blasetti girato al contrario guarda una volvo blu,
Sofia Loren ha le tette sottolineate,
Bice Valori è un gioco di parole.

Cammino. Inconsciamente, accelero. Mi affianco a due sedicenni che guardano anche loro mattonelle e cartelli. Il loro aspetto ne svela la povertà, quel tipo di povertà contemporanea che -per meglio guardarsi negli specchi dei solarium- si è dotata di Iphones, Rayban, cinture Cavalli, pettinature Vogue e portafogli grassi di carta straccia, scontrini, inutili cards e santi 3x5 cm. I due confrontano le reciproche culture.

"Ahò, ma de che. CioE', ma ddevi da esse popo na testa de cazzo. Ma porcoddio, ma fai na via dedicata ar cinema, e chi cce metti? I sconosiuti?"

"Davero, ahò".

"Ma questi chi cazzo so? Guarda, ahò... "Basetti", regista. De che? De Topolino?"

"E 'startro qqua? "Nomicelli"?"

"Quello me sa ch' hovvisto nfirme de quello, na vorta, tipo 'na commedia, ma du' palle"

"Daje, però, pure uno che conoscemo c'hoo potevano mette"

Istintivamente, accelero ancora. Sento come una stretta alla spalla, sento una forza che mi spinge di lato e in avanti, qualcosa che rivolta la mia mente e la rende fredda e dura come un pesce morto. Sto per fare qualcosa di brutto, all' improvviso sento gli odori più forti, e diventano ad ogni passo più insopportabili, i fetori dei benzeni, il piscio, il sudore, i profumi soffocanti delle commesse che fumano sulle soglie degli esercizi commerciali, gli aerei diretti a ciampino e le loro scie chimiche. Perdo il filo. Lo perdo. I miei pensieri sono pietre in una sporta.

"Bella! SofialOre a conosco, vedimpo' "

"Che ddu bbocce. E recitava pure bbene, tipo la Ferilli, faceva i stessi ruoli".

Non mi posso mettere a correre. Non ha senso. Ho spazio a destra, si apre una via dal nome di un generale romano, ma non posso andarci, mi porterebbe fuori strada, e allora cerco di allungare ancora il passo, e le voci mi sembrano allontanarsi e riesco anche a ritrovare un pensiero, e mi ricordo di nonna, che vuole che mi sposi in chiesa e io mi ricordo distintamente il modo in cui le sorrido e lei capisce tutto. E sono felice; e quasi non sento più nient' altro che le eco di questa pace strappata di furia che mi fa da bastone. Il mio passo però è troppo convulso, l' equilibrio e precario, e prendo una piccola storta. Niente di che, ma mi devo fermare un secondo e mio dio. Mi devo fermare. Giro la testa alla mia sinistra, sono già arrivati. Sotto i loro occhi una delle stelle mostra il suo nome.

Antonio De Curtis.

So cosa sta per succedere. Non posso più fare niente. L' unica cosa da fare sarebbe avere la capacità di deflagrare, prima che tutto si consumi una volta ancora. Invece, come un ebete, sorrido perché so cosa stanno per dire.

"Ahò, ma li mortacci loro".
"Davero, e QUESTO chi cazzo è?"

E nell' ultima ora del sole d' Italia, sotto una membrana rosata di idrocarburi e raggi gamma, comincio a correre e non mi fermo mai più.